Magico Vento - Il Forum

La Storia in Magico Vento, Personaggi e avvenimenti

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| Zed |
view post Posted on 10/2/2009, 16:05




Apro questo topic "d'informazione" a cui tutti possono (anzi, devono :P ) contribuire, in cui segnaleremo i numerosi personaggi e avvenimenti storici che compaiono o che vengono citati negli albi dello sciamano bianco.
(Ovviamente) Comincio io :D !

Colonnello John Milton Chivington (1821-1894)

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Il primissimo personaggio storico incontrato in una storia di MV è il colonnello John Chivington, in cui compare come "collaboratore" di Eddie Fender e dell'immancabile Howard Hogan nella doppia dei numeri 6/7, "Lungo Coltello/Il Figlio del Serpente"
Chivington è diventato tristemente famoso per il massacro di Sand Creek.

da Wikipedia
Il massacro di Sand Creek (chiamato anche Massacro di Chivington o Battaglia di Sand Creek) fu una strage che si verificò negli Stati Uniti d'America durante le guerre indiane il 29 novembre 1864, quando delle truppe della milizia del Colorado, comandate dal colonnello John Chivington, attaccarono un villaggio di Cheyenne e Arapaho, massacrando donne e bambini.

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A questa triste pagina della storia indiana è collegato un altro fatto storico: pochi mesi dopo il massacro di Sand Creek, il 7 Gennaio 1865, i Cheyenne, per vendetta, rasero al suolo Julesburg.

Il massacro di Sand Creek è anche citato in una canzone di De Andrè, "Fiume Sand Creek", che potrebbe far pensare che l'autore di questo massacro sia George Armostrong Custer, ma Manfredi da una spiegazione a questa "contraddizione" nella posta di Poe del numero 83.

Chivington compare solo nella doppia già citata.

Edited by | Zed | - 11/2/2009, 21:43
 
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| Zed |
view post Posted on 11/2/2009, 21:37




Nuvola Rossa (1822-1909)

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Nuvola Rossa compare per la prima volta nel n. 16 "La grande Visione", assieme a Cavallo Pazzo, in una visione di Ned. L'episodio della vita di Nuvola Rossa raccontato nell'albo è storico.

da Wikipedia
Nuvola Rossa (Red Cloud) fu capo dei sioux oglala. Il suo vero nome era Makphya Luta.
Negli anni Sessanta del XIX secolo, Nuvola Rossa guidò con successo la resistenza dei nativi della sua tribù all'attuazione del "Bozeman trail" (un progetto ferroviario che avrebbe dovuto collegare il Wyoming ai bacini auriferi del Montana) e depose le armi solo in seguito all'abbandono del progetto da parte del governo statunitense.
Nel 1866 Nuvola Rossa prese il comando di un gruppo di Sioux e di Cheyenne decisi a contrastare l'esercito statunitense, che voleva costruire una strada e alcune fortificazioni sul loro territorio. Dopo due anni di combattimenti, le autorità statunitensi accolsero le richieste di queste tribù e quindi Nuvola Rossa perorò la causa della pace. Fu destituito dalla carica di capo oglala dopo una disputa con un agente governativo nel 1881. Trascorse gli ultimi anni di vita nella riserva di Pine Ridge, nel South Dakota.

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Figura storica molto discussa dal suo stesso popolo: come ci fa capire Manfredi nel Blizzard dedicato a lui nel n. 85, non è ancora stato accertato la precisa figura psicologica di Nuvola Rossa, ovvero se il suo comportamento troppo remissivo nei confronti dei bianchi era una tattica per temporeggiare in attesa di una guerra (quindi favorevole a Cavallo Pazzo), o se patteggiava effettivamente per una "disonorevole" sottomissione da parte dei bianchi pur di poter garantire un futuro al suo popolo. Manfredi ci ha dato la sua versione (la prima) nel n. 86, "Il figlio di Nuvola Rossa". L'albo precedente è dedicato alle trattative (fallite) fra Nuvola Rossa e il presidente Grant per la vendita delle Black Hills.

Gli albi in cui compare Nuvola Rossa sono:
n. 16 - La grande Visione
n. 44 - Gli Spettri di Fort Laramie
n. 54 - Il Figlio della tredicesima Luna
n. 55 - Le Grotte del Vento
n. 85 - Il Giorno dei Cani pazzi
n. 86 - Il Figlio di Nuvola Rossa
n. 101 - Bandiera bianca (in un racconto di Poe)

Edited by | Zed | - 12/2/2009, 19:47
 
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| Zed |
view post Posted on 12/2/2009, 17:51




Cavallo Pazzo (1844 ? - 5/9/1877 )

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La persona raffigurata in questa fotografia
viene da molti identificata con Cavallo Pazzo


Come Nuvola Rossa, anche Cavallo Pazzo compare per la prima volta nel n. 16, "La Grande Visione", tramite una visione di Ned. Anche in questo caso l'episodio della vita di cavallo pazzo è storico.

da Wikipedia

Cavallo Pazzo, (Crazy Horse), in lingua lakota Tashunka Uitko o Tashunka Witko (a seconda delle traslitterazioni), era un nativo americano della tribù degli Oglala Lakota (Sioux).
Negli anni giovanili era conosciuto anche come riccetto o ricciuto a causa dei capelli particolarmente ricci e di colore castano chiaro (cosa rarissima tra i nativi americani).
Personaggio leggendario cui sono attribuite imprese memorabili e fantastiche, come quella che lo voleva invulnerabile ai proiettili o che narrava che il suo spirito aleggiasse ancora tra le tribù dei pellirossa.
Nato nelle Black Hills (Paha Sapa in lingua lakota), presumibilmente nel 1844, si salvò dalla distruzione del proprio villaggio ad opera dei soldati federali. Probabilmente a causa di questo trauma, da adulto, giunto alla guida dei Sioux Oglala, fu molto attivo nella resistenza allo sterminio dei nativi d'America da parte dei soldati federali statunitensi.
Cavallo Pazzo guidò, assieme a Toro Seduto, i 1.200 guerrieri che nella battaglia di Little Bighorn, il 25 giugno 1876, massacrarono i 250 cavalleggeri dell'esercito USA, guidati dal Ten. Col. George A. Custer, riportando pochissime perdite.
Il successo indiano fu però di breve durata: i federali si ripresero subito dal colpo e nello stesso anno registrarono importanti successi. Il 6 maggio 1877 Cavallo Pazzo alla testa di 900 Oglala stremati dalla fame e dalla fuga, si consegnò al tenente Philo Clark comandante di Fort Robinson. Morì poco prima della mezzanotte del 5 settembre 1877, ferito a morte con una baionetta, alla presumibile età di 37 anni.
L'intera vita di Cavallo Pazzo acquistò presto contorni mitici. Sulla sua morte ci sono diverse versioni: alcune fonti indicano che sarebbe stato ucciso dalla baionetta di un soldato dopo essersi arreso con la sua tribù, altre fonti ancora narrano che Cavallo Pazzo, nel mese di settembre del 1877, avrebbe lasciato la riserva senza autorizzazione per accompagnare sua moglie malata dai genitori e il Generale George Crook, temendo che tentasse un ritorno alla battaglia, ne avrebbe ordinato l'arresto.
Cavallo Pazzo inizialmente non avrebbe opposto resistenza ma, resosi conto che lo stavano conducendo ad una prigione, avrebbe cominciato a lottare con le guardie: mentre veniva trattenuto da un uomo della polizia indiana che lo scortava, Piccolo Grande Uomo (suo vecchio amico), un soldato semplice di nome William Gentiles lo avrebbe colpito alla schiena con una baionetta, ferendolo a morte.
[...]
Il grido di guerra di Cavallo pazzo era "Hoka Hey! È un buon giorno per morire!", che suona come "Andiamo uomini. È un buon giorno per morire!".

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da www.indianiamericani.it
[...]
Nella coscienza degli Americani, Cavallo Pazzo aveva spinto il capitano Fetterman e la sua orda di cacciatori di scalpi Sioux incontro al loro meritato destino facendo uso di una strategia intelligente (MV n. 53, ndr). Da quel momento l'esercito americano tentò ostinatamente di catturare l'astuto oglala e di ucciderlo, ma senza successo.
[...]

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Gli albi in cui compare Cavallo Pazzo sono:
n. 16 - La grande Visione
n. 37 - La via oscura
n. 39 - i quattro Sciamani
n. 45 - Gli Invasori
n. 46 - Battaglia sul Fiume
n. 61 - Vendette incrociate
n. 62 - Il Bersaglio
n. 69 - Cento fucili
n. 70 - Pista senza Ritorno
n. 97 - La Guerra di Toro Seduto
n. 98 - Rosebud
n. 99 - Morto il 25 giugno
n. 100 - Il Crepuscolo degli Eroi
n. 101 - bandiera bianca

Edited by | Zed | - 12/2/2009, 19:47
 
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| Zed |
view post Posted on 15/2/2009, 18:19




Toro Seduto (1831 - 15/12/1890)
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Toro Seduto compare per la prima voltya nel n. 39 "I quattro Sciamani", albo dedicato alle prime "scaramucce" fra l'esercito statunitense e i Soiux di Toro Seduto sulle rive del fiume Yellowstone. Molti avvenimenti e personaggi di quell'albo (da Lungo Sacerdote a Molti Pidocchi) sono storici

da Wikipedia

Toro Seduto (Sitting Bull in inglese - in lingua originale Sioux Thathanka Iyothanka o Ta-Tanka I-Yotank o T'at'anka Iyotake) è stato un condottiero nativo americano dei Sioux Hunkpapa. In realtà, il suo nome tradotto correttamente è Bisonte Seduto.

Famoso capo indiano americano (chiamato anche Hunkesni, cioè Lento), è ricordato nella storia americana e dei nativi per aver mobilitato più di 3.500 guerrieri Sioux e Cheyenne nella famosa Battaglia di Little Bighorn, dove ottenne una schiacciante vittoria sul Colonnello George Armstrong Custer del Settimo cavalleggeri, il 25 giugno 1876.

Toro Seduto nacque col nome Hoka-Psíca (Tasso Saltante), ma alcuni membri della sua tribù capirono che era un nome provvisorio.

All'età di 14 anni, Toro Seduto partecipò in una festa di guerra, dove conobbe i Corvo Guerrieri. Riuscì a raggiungere uno dei guerrieri durante la loro ritirata e riuscì a batterlo mentre cavalcava. Per questo, Toro Seduto si guadagnò una penna di aquila bianca, simbolo di una prima azione coraggiosa e, nello stesso tempo, assunse il nome del padre.
[...]
Ancora non è ben chiara la storia della famiglia di Toro Seduto, ma di certo si sa che aveva parenti neri africani.
[...]
Toro Seduto divenne un sant'uomo Sioux (o uomo saggio Sioux), detto wapʿíya wicʿaṡa, durante i suoi primi vent'anni. Le sue responsabilità come sant'uomo inclusero la comprensione dei rituali e dei complessi religiosi e delle credenze Sioux; conobbe anche alcuni naturali fenomeni riferiti alle credenze Sioux. Fu riconosciuto a Toro Seduto che aveva il potere di portare infiniti benefici alla sua gente. Toro Seduto conobbe anche tecniche di guarigione con erbe medicinali, sebbene non fosse un uomo di medicina.

A causa del suo status di wapʿíya wicʿaṡa, Toro Seduto era un membro della Buffalo Society, una società legata alla caccia del bufalo. Fu anche membro dell'Heyoka, una società per quelli che praticavano la danza della pioggia.

Come risultato delle violazioni del trattato degli Stati Uniti, durante gli anni '50 e '60 del XIX secolo, compagnie guerriere Sioux aumentarono in modo crescente a causa dei coloni bianchi e commercianti insidiatisi nei loro territori. Il 17 agosto 1862, scoppiò un conflitto tra alcuni cacciatori Sioux e coloni bianchi, nel Minnesota meridionale. Questo conflitto si concluse con la sconfitta dei Sioux, verso la fine del 1862, dopodiché essi furono costretti a lasciare il Minnesota.
[...]
...il Colonnello Henry Sibley li sconfisse (i sioux) nella Battaglia di Dead Buffalo Lake, il 26 luglio 1863 e nella Battaglia di Stony Lake, il 28 luglio 1863. Toro Seduto probabilmente partecipò in entrambe le battaglie, prendendo parte fra i guerrieri Hunkpapa anche alla Battaglia di Whitestone Hill, il 3 settembre 1863. Come nelle precedenti battaglie, l'esercito statunitense prevalse, uccidendo approssimativamente 100 Sioux e catturandone circa 160.
[...]
Dopo la guerra, molti guerrieri lasciarono le loro abitazioni e Toro Seduto, con un gruppo di Hunkpapa, si trasferì nel Sud-Est.

Il 2 settembre 1864, Toro Seduto ed i suoi guerrieri attaccarono un treno che trasportava emigranti ma fu attaccato a sua volta dal Capitano James L. Fisk, che percorreva i territori dei Sioux. Toro Seduto venne ferito all'anca e si ritirò dalle guerre, ma solo temporaneamente, vivendo essenzialmente di caccia del bufalo. Questa pausa, però, determinò un'ulteriore infiltrazione di bianchi nelle terre Sioux.

Una volta ripresosi, Toro Seduto condusse nuovi attacchi su Fort Berthold, Fort Stevenson e Fort Buford, tra il 1865 ed il 1868; nel frattempo, Nuvola Rossa (in lakota Mahpiya Luta), leader della famiglia Sioux Oglala, comandò di attaccare sulla Contea di Powder River e fu accompagnato dallo stesso Toro Seduto in tutta la regione settentrionale, dove scorre il Fiume Missouri.

Dai primi del 1868, il governo statunitense assegnò diverse sistemazioni per i Sioux, a seguito della Guerra di Nuvola Rossa; dopo la vittoria sull'esercito statunitense, Nuvola Rossa pretese di ottenere e controllare i territori di Fort Philip Kearny e Fort C. F. Smith, i quali furono abbandonati dai bianchi. Alcuni alleati degli Hunkpapa (come i Piedi Neri ed i Yankton Sioux) firmarono il famoso Trattato di Fort Laramie, trattato di pace del 2 luglio 1868, a Fort Rice (vicino a Bismarck, North Dakota). Comunque, Toro Seduto non accettò il trattato e continuò ad attaccare nell'area settentrionale del Missouri, fino al 1870.

Toro Seduto continuò ad attaccare gli emigranti bianchi; attaccò anche la linea ferroviaria del Pacifico Settentrionale, cercando di riconquistare le terre Hunkpapa, nel 1871. La resistenza Sioux fu molto dura e nel 1872 i sopravvissuti bianchi furono salvati dalle truppe federali.

Questi continui attacchi, da parte dei guerriglieri Sioux di Toro Seduto, scatenarono il famoso Panico del 1873, il quale portò al fallimento la linea ferroviaria del Pacifico Settentrionale. Non fu infatti più possibile completare questa linea in territorio Sioux, ma, in compenso, fu possibile rinvenire alcuni giacimenti auriferi, presso le Black Hills ("Colline Nere", in lakota "Paha Sapa" o "Ĥe Sapa"). Una spedizione militare, condotta nel 1874 dal Tenente Colonnello George Armstrong Custer, lasciò Fort Abraham Lincoln per poter esplorare questo territorio e cercare un'ubicazione appropriata per un forte militare (MV n. 61-62, ndr). Quando Custer annunciò il ritrovamento, determinò il Giunco d'Oro delle Black Hills, cioè l'arrivo in grande numero di vari scopritori e le tensioni tra Sioux e bianchi aumentarono al fine che si dovette decidere a chi assegnare questo territorio.

Anche se Toro Seduto non attaccò la spedizione di Custer, il governo aprì una base vicino alle Black Hills, ignorando che esse erano territorio Sioux. Nel novembre 1875, il governo ordinò di eliminare tutti i Sioux qualora si fossero rivoltati contro i bianchi; l'ostilità dei Sioux crebbe al fine che il 1° febbraio 1876 i Sioux e Toro Seduto dichiararono pertanto una nuova guerra.
[...]
Toro Seduto decise di ampliare gli attacchi sui bianchi, che occupavano le terre Sioux. Dalla meta del 1870, Toro Seduto si guadagnò grande rispetto fra varie popolazioni, come i Cheyenne del Nord e gli Arapaho del Nord.

Il 25 giugno 1876, il Settimo Cavalleggeri della fanteria di Custer, capitanata dal Generale Alfred Howe Terry, attaccò alcune tribù native sul loro campo, presso il fiume Little Bighorn, dove prospettavano una imminente vittoria sui "pellerossa". L'esercito statunitense ignorò fin da principio che nella battaglia erano schierati più di 3.500 Sioux di Toro Seduto, Cavallo Pazzo e Nuvola Rossa, alleati con i Cheyenne. L'attacco dei nativi fu deciso e i soldati statunitensi vennero inesorabilmente uccisi. I nativi, per canto loro, soffrirono meno perdite. Il numero di militari scese drasticamente e Custer fu costretto a far ripiegare le poche truppe sopravvissute. Le tribù condussero poi un contrattacco contro i soldati su una cresta vicina, annichilendo ulteriormente i soldati; Custer fu tra gli ultimi ad essere uccisi. (MV n. 97---> 101)

Toro Seduto non partecipò di persona alla battaglia. Furono, in particolare, i capi Nuvola Rossa e Cavallo Pazzo, spronati dal sogno che aveva avuto lo stesso Toro Seduto riguardo un gruppo di soldati americani che, secondo alcuni, erano giunti per caso nel loro accampamento. Alla morte di Custer, i Sioux fecero capire al governo statunitense di aver comunque rispettato il Trattato di Fort Laramie, stipulato nel 1868. Il governo statunitense dichiarò di non sentirsi più vincolato dal Trattato di Fort Laramie e, nel 1877, decise di intraprendere nuove irruzioni nelle terre Sioux, costringendo molti nativi americani ad arrendersi. Toro Seduto, accusato di aver scatenato il massacro, rifiutò di arrendersi e, nel maggio 1877, si trasferì con la sua tribù nello Saskatchewan, in Canada, dove rimase in esilio per molti anni ai piedi della Wood Mountain, rifiutando il perdono presidenziale e l'opportunità di ritornare.

Fame e malanni forzarono Toro Seduto, la sua famiglia e quasi 200 suoi seguaci, a tornare negli Stati Uniti, dove fu inoltre costretto ad arrendersi il 19 luglio 1881. Il giorno successivo, Toro Seduto e suo figlio Piede di Corvo, furono arrestati e condotti a Fort Buford; il governo concesse loro, tuttavia, l'amnistia. Ormai non più in grado di condurre altre guerre, Toro Seduto ammise ai soldati statunitensi di averli sempre ammirati per la loro resistenza, al fine di poter, eventualmente, un giorno unire le sue forze indiane con quelle dei bianchi e di considerarli amici. Due settimane più tardi, Toro Seduto ed il figlio furono trasferiti a Fort Yates, alla Riserva Indiana di Standing Rock, insieme con altri 185 Sioux.

Gli ufficiali dell'esercito ritenevano che il capo degli Hunkpapa avrebbe usato la sua presenza a Fort Yates per richiamare alcune popolazioni alleate per liberarlo. Di conseguenza, un militare suggerì di trasferire lui ed i suoi seguaci a Fort Randall, per tenerli come prigionieri di guerra. Da 185, i prigionieri Sioux passarono a 172, i quali furono trasferiti a Fort Randall, dove passarono i successivi 20 mesi. Dopo diverse richieste, fu finalmente permesso a Toro Seduto di ritornare alla Riserva Indiana di Standing Rock insieme ai suoi uomini, nel maggio 1883.

Anche se tenuto prigioniero, Toro Seduto continuava a rappresentare una sorta di minaccia verso l'esercito statunitense; nel 1883, per toglierselo di torno, gli agenti governativi concessero al capo indiano di unirsi al famoso circo Barnum, dove diventò un'attrazione popolare del famoso Wild West Show, di Buffalo Bill. Insieme a Buffalo Bill, Toro Seduto viaggiò molto non solo in America ma anche in Europa, dove ebbe l'occasione di visitare le più grandi città americane ed europee; guadagnò approssimativamente $ 50 alla settimana, esibendosi in cavalcate nell'arena oppure tenendo (spesso) un semplice discorso, nella sua lingua nativa, con il pubblico. Il pubblico riteneva che Toro Seduto parlasse di sè e del suo popolo durante i suoi discorsi, ma in realtà il pubblico ignorava che il capo indiano rivolgeva maledizioni e bestemmie durante lo show, incitando il pubblico ad istruire i giovani nel perfezionare le relazioni tra bianchi e nativi americani; per cui, non venendo compreso, il suo discorso veniva seguito da un forte applauso dal pubblico.

In assenza di Toro Seduto, il governo statunitense ne approfittò per completare ed inaugurare la ferrovia di wall street del Pacifico Settentrionale, nel 1884.

Toro Seduto stette con il circo Barnum solo per quattro mesi, dopodiché ritornò nella sua tribù del South Dakota. In quel periodo, era divenuto una celebrità, firmando molti autografi e donando i soldi che riceveva ai senzatetto e ai mendicanti. Toro Seduto comprese che i suoi nemici non furono più solo i militari statunitensi, ma anche alcuni coloni che incontrò durante i suoi spostamenti con il circo Barnum; infatti, notò che erano più avanzati tecnologicamente e considerò questa gente come indemoniata. Toro Seduto si rese conto che anche i suoi Sioux sarebbero stati influenzati da questi bianchi se avessero continuato a lottare.

Toro Seduto ritornò a Riserva Indiana di Standing Rocknel South Dakota. Preoccupati per l'influenza che Toro Seduto praticava la mistica Danza degli spiriti (Ghost Dance), come metodo per cacciare gli invasori bianchi dalle terre della sua gente, le autorità della Polizia decisero di arrestarlo con alcuni suoi uomini, anche se Toro Seduto non ne era sostenitore. Durante una lotta, generatasi sia tra i pellerossa che tra Polizia locale, il 15 dicembre 1890, Toro Seduto e suo figlio Piede di Corvo vennero assassinati da colpi di pistola di alcuni componenti della Polizia; in seguito, tutta la Polizia coinvolta nella rissa venne radiata dal comando. Il corpo di Toro Seduto venne sepolto vicino a Fort Yates, ma nel 1953, la sua salma fu riesumata e trasferita vicino a Mobridge, sempre nel South Dakota, per volontà di popolazioni locali Sioux. Alcuni Sioux, tutt'oggi, continuano a discutere sul fatto che quella salma non apparteneva a Toro Seduto .

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Gli albi in cui compare Toro Seduto sono:
n. 39 - I quattro Sciamani
n. 45 - Gli Invasori
n. 46 - Battaglia sul Fiume
n. 69 - Cento Fucili
n. 97 - La Guerra di Toro Seduto
n. 98 - Rosebud
n. 99 - Morto il 25 giugno
n. 101 - bandiera bianca
n. 108 - L'Esilio
 
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| Zed |
view post Posted on 17/2/2009, 14:23




e siamo arrivati a lui, signori:
George Armstrong Custer (5/12/1839 – 25/6/1876)
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le foto su Custer si sprecano (basta farvi un giro su internet per trovare numerose foto che ritraggono anche momenti della quotidianetà di Custer).
Compare per la prima volta nel n. 44, "Gli Spettri di Fort Laramie"

da Wikipedia (più tagliato che copiato e incollato)
George Armstrong Custer è stato un militare statunitense.

Nel 1857, su raccomandazione del deputato liberale John Bingham (nonostante la famiglia fosse notoriamente di "fede" democratica), George Armstrong Custer venne ammesso all'Accademia militare di West Point. Di carattere testardo, ribelle, orgoglioso, permaloso, scarso amante dello studio, in pochi mesi raggiunse tante e tali note di demerito da rischiare l'espulsione, evitata, anche in questo caso, per intervento del deputato Bingham. Uniche materie in cui eccelse erano quelle pratiche: scherma, tiro con la pistola, equitazione. Durante una licenza a Monroe conobbe Elizabeth "Libbie" Cliff Bacon (1842-1933) che, successivamente, sposò.

Nel 1861, a guerra di secessione ormai iniziata, la classe di Custer venne diplomata con un anno di anticipo sul regolare periodo previsto, dovendo fornire ufficiali alle truppe nordiste (nel 1860 gli allievi sudisti si erano dovuti dimettere dall'Istituto). Classificatosi ultimo del suo corso (34° su 34), Custer venne assegnato, con il grado di sottotenente, al 2° Cavalleggeri, Compagnia "G", che ebbe il battesimo del fuoco il 21 luglio 1861 a Bull Run. Nel 1862 Custer entrò a far parte dello Stato Maggiore del generale George B. McClellan (1826-1885), comandante dell'unità più grande dell'esercito nordista, l'Armata del Potomac.
[...]
Nel 1863, a giugno, si distinse nel corso di un'operazione particolarmente rischiosa contro un reparto di cavalleria sudista, talché il generale Pleasonton gli assegnò, a 23 anni, una brigata di cavalleria, conferendogli un "General brevet", ovvero il grado di generale per il solo periodo di durata del conflitto.

La fama di Custer proseguì durante la guerra che concluse con il grado di "Major General brevet" (un grado valido temporaneamente e concesso in occasione di eventi bellici che richiedevano effettivi assai più numerosi per la conduzione delle operazioni). Dal punto di vista eminentemente tattico, Custer non dimostrò particolare immaginazione nell'esecuzione degli attacchi, limitandosi a sfruttare quello che era il criterio di attacco frontale normalmente insegnato presso le scuole militari dell'epoca e giustificando così l'asserzione di un suo collega che dichiarò che era salito ai vertici della carriera militare «camminando sulla schiena dei suoi soldati caduti in battaglia».

Spesso avventato, abituato ad attaccare sempre il nemico, anche in condizioni di evidente inferiorità numerica, Custer ebbe di certo dalla sua una notevole fortuna: a Gettysburg la brigata comandata da Custer ebbe 500 caduti su una forza complessiva di 1700 unità); in quella di Wilderness cadde oltre un terzo degli effettivi, mentre alla battaglia di Appomattox, l'ultima della guerra di secessione, solo la sua brigata subì gravissime perdite. Tuttavia, di fronte alla manifesta inettitudine di altri generali nordisti, i giornali dell'epoca si "appropriarono" della figura di George Armstrong Custer, facendone l'eroe per eccellenza e coniando per lui il soprannome di «Murat americano».

Nel 1866 il Presidente Andrew Johnson (1808-1875) firmò la legge che ristrutturò profondamente l'esercito trasformandolo, di fatto, in un organismo di polizia militare con compiti di controllo dell'ordine negli ex-Stati confederati e nei territori dell'Ovest. A seguito di tale legge, tutti gli ufficiali con "brevet" temporaneo furono retrocessi al grado che, per progressione di carriera, loro competeva. Anche George Armstrong Custer venne retrocesso al grado di capitano, tanto che egli accarezzò l'idea di trasferirsi in Messico, allettato dalla necessità dell'Imperatore Massimiliano d'Austria di disporre di molti generali esperti per combattere i patrioti ribelli di Benito Juarez.
[...]
Custer abbandonò il progetto di trasferirsi in Messico solo quando il generale Philip Henry Sheridan (1831-1888), già suo comandante di divisione, lo assegnò al comando di un nuovo reggimento in via di formazione. Si trattava del 7° Cavalleggeri che si formò a Fort Riley (Kansas) tra l'agosto ed il settembre del 1866.
[...]
Entro la fine dell'anno, il 7° Cavalleggeri contò 800 uomini, tra cui moltissimi stranieri [...], cui si era intanto aggiunto il capitano Tom Custer, fratello di George.
[...]
Nel 1867 il generale Winfield Hancock (1824-1886) organizzò una campagna contro i Cheyenne. Si trattò, tuttavia di una campagna dissennata ed inutile giacché i nativi americani erano in pace e l'intera spedizione non portò a nessun risultato concreto; anzi scatenò i Cheyenne sul «sentiero di guerra». Tutti i reparti impegnati vennero sottoposti a massacranti turni di servizio ed a marce forzate che, nel caso del 7° Cavalleggeri, finirono con l'arrecare gravi danni al reparto stesso che fu oggetto, come altri del resto, anche di centinaia di diserzioni. Benché non prevista dall'ordinamento militare, Custer applicò ai disertori la pena di morte talché, al termine della campagna, fu accusato dal Comando supremo di:

* abbandono del posto di comando (era di fatto andato a trovare la moglie abbandonando il reparto in pieno territorio "nemico");
* crudeltà verso i propri soldati (tra l'altro aveva fatto colpire alcuni soldati che stavano per disertare, vietando ai medici poi di curarli);
* abbandono di due suoi soldati feriti nelle mani dei nativi americani;
* mancato intervento in difesa di una postazione attaccata dai nativi americani.

La Corte Marziale, che si riunì il 16 settembre 1867 a Fort Leavenworth, giudicò Custer colpevole di tutti i reati ascrittigli ma, grazie alle amicizie altolocate e politiche che intanto aveva coltivato ed alla fama ottenuta durante la guerra di secessione, la pena si limitò alla sospensione dal grado e dall'attività militare per un anno.

Il 24 settembre 1868 Custer venne reintegrato in servizio dal generale Sheridan in vista della campagna invernale contro i Cheyenne meridionali. Il 12 novembre il 7° Cavalleggeri, dopo circa due settimane di marcia nella neve, sorprese il villaggio di "Caldaia Nera" (Mokatavatah, Black Kettle) (il Capo era scampato nel 1864 al massacro di Sand Creek del Colonnello Chivington) sul fiume Washita. Custer attaccò alle prime luci dell'alba (di qui il soprannome, tutt'altro che romantico come sembrerebbe, assegnatogli dai nativi americani di «Figlio della Stella del Mattino»).

In quella occasione, un drappello capeggiato dal maggiore Joe Elliott si staccò dal grosso delle truppe per assalire altri accampamenti più distanti; venne a sua volta massacrato da forze soverchianti Kiowa, Arapaho e Comanche. Custer venne accusato, dai suoi subalterni di non esser voluto intervenire in difesa dei commilitoni, e tale accusa contribuì, fino alla fine, a renderlo inviso alla maggior parte dei suoi ufficiali.
[...]
Una curiosità riguarda l'inno del 7° Cavalleggeri; Si tratta di un brano gaelico del Settecento, Garry Owen ("Il giardino di Garry"), già inno di battaglia dell'87° Royal Irish Fusiliers [...] suggerito a Custer, nel 1867, dal capitano Myles Keogh e suonato dalla formazione bandistica del 7° (13 musicisti e direttore Felix Vinatieri — di chiara origine italiana — durante l'assalto del Washita, ma non a Little Big Horn giacché la banda non venne impiegata e venne lasciata con le salmerie presso Fort Lincoln.
[...]
La sera del 24 Giugno 1876, alle ore 23.30 circa, inspiegabilmente, con uomini e cavalli decisamente stanchi, Custer riprese l'avanzata verso l'area in cui presumibilmente si trovava l'accampamento indiano; dopo ulteriori 16 km, alle 02.00 del mattino circa, Custer inviò gli esploratori indiani in avanscoperta e, dalla sommità del Crow's Nest ("Nido del Corvo") questi videro il più grande accampamento mai visto (si calcola un'area di tende lunga circa 5 km) accanto al quale pascolavano non meno di 10-15.000 cavalli (l'esploratore Tahmelapashme, "Coltello Insanguinato", riferì a Custer che i Sioux erano certamente più numerosi delle pallottole di cui il 7° disponeva).

È verosimile supporre che Custer mordesse il freno impostogli dal generale Terry e che cercasse, come disponevano gli ordini ricevuti, «un motivo sufficiente per discostarsene». Il fatto che un distaccamento del 7° fosse stato intercettato (anche se non vi era stato combattimento) da un piccolo gruppo Sioux diede verosimilmente a Custer la scusa per attaccare, come era suo solito, alle prime luci dell'alba. Era domenica 25 giugno 1876, gli uomini ed i cavalli erano costantemente in marcia da quasi 24 ore, e quelle erano le ultime ore di vita non solo di Custer, ma anche di oltre 250 uomini ai suoi ordini.

Una curiosità: i nativi americani, verosimilmente, al momento dell'attacco non riconobbero il reparto (giacché la bandiera non era presente) né il comandante George Armstrong Custer anche perché, al Little Bighorn, al contrario di quella che è l'iconografia ricorrente, questi aveva i capelli molto corti avendoli tagliati prima di lasciare Fort Lincoln.

Il 27 giugno la sopraggiungente colonna capeggiata da Terry incontrò i superstiti del 7° ed apprese del massacro di Custer e dei suoi uomini. L'opera di ricerca e riconoscimento dei corpi, per una sepoltura sul luogo ove erano caduti, fu resa difficile, e talvolta impossibile, dal gran caldo estivo e dalle mutilazioni cui i corpi erano stati sottoposti e si concluse il 30 giugno. Il terreno duro e la mancanza di attrezzi idonei costrinse i soldati a seppellire sommariamente i commilitoni. Su ogni fossa venne piantato un paletto da cui pendeva un bossolo di pallottola contenente i dati identificativi (quando ciò era stato possibile) del caduto.

Il corpo di Custer fu rinvenuto il 27 giugno 1876 dal tenente James Bradley del 7° Fanteria, avanguardia della colonna del generale Terry; completamente nudo, era seduto a terra, poggiato ai corpi di altri due soldati. Presentava un foro di pallottola all'altezza del cuore ed un altro alla tempia sinistra (la dichiarata mancanza del cosiddetto "orletto escoriativo", tipico di un colpo sparato a bruciapelo e dovuto all'impatto dell'arma, e di tracce di polvere incombusta, fecero escludere si fosse trattato di suicidio).

Non era stato "scalpato" (verosimilmente proprio perché i capelli erano particolarmente corti), né mutilato e questo confermerebbe:

* che Custer non venne riconosciuto dai suoi avversari;
* che doveva esser stato ucciso quasi subito talché gli attaccanti non avevano riscontrato, da parte sua, azioni particolarmente meritevoli da giustificare le mutilazioni rituali sul nemico valoroso.

Tutto intorno al comandante del 7° si trovavano circa quaranta altri corpi ed alcuni cavalli abbattuti verosimilmente per farne riparo. Attorno a questo nucleo il tenente Bradley contò oltre 150 militari caduti.

Solo il 2 luglio 1876 Terry inviò corrieri con la notizia della disfatta del Little Bighorn e gli Stati Uniti vennero a conoscenza dei fatti solo il 5 luglio, nel pieno dei festeggiamenti del centenario dell'Indipendenza.
[...]
Gli Indiani assegnarono a Custer diversi soprannomi:

* Deretano duro (per la sua capacità di restare in sella molto a lungo);
* Capelli Lunghi (per la capigliatura normalmente fluente. Non a Little Big Horn avendo tagliato i capelli poco prima di lasciare Fort Lincoln);
* Figlio della Stella del Mattino (per la sua "abitudine" ad attaccare i villaggi dei nativi americani alle prime luci dell'alba).
Per la moglie Elizabeth era:
* Autie

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I numeri in cui compare Custer sono:
n. 44 - Gli Spettri di Fort Laramie
n. 45 - Gli Invasori
n. 46 - Battaglia sul Fiume
n. 61 - Vendette incrociate
n. 62 - Il Bersaglio
n. 77 - Pioggia-in-Faccia
n. 78 - Gli Speculatori
n. 91 - I Misteri di New York
n. 97 - La Guerra di Toro Seduto
n. 98 - Rosebud
n. 99 - Morto il 25 Giugno
 
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view post Posted on 21/2/2009, 18:35
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da wikipedia
Calamity Jane, pseudonimo di Martha Jane Canary-Burke (Princeton, 1° maggio 1852 – 1° agosto 1903), è stata un personaggio famoso dell'epopea statunitense del selvaggio West. Considerata un'avventuriera, è entrata nella leggenda per essere stata il primo pistolero donna
per altre info http://it.wikipedia.org/wiki/Calamity_Jane

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Molto interessante anche questo personaggio, che prima di leggere MV conoscevo soltanto di nome. Compare solamente in MV 44, "GLI SPETTRI DI FORT LARAMIE"
Grazie a Mv ho imparato a conoscere anche questi personaggi...
 
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| Zed |
view post Posted on 23/2/2009, 18:48




Grande Ned!
 
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| Zed |
view post Posted on 26/2/2009, 17:59




Altri personaggi storici sono gli indiani Molti Pidocchi, Aquila Nera e soprattutto Lungo Sacerdote, tutti e tre comparsi nel n. 39 "I quattro Sciamani", mentre Lungo Sacerdote è comparso anche nei numeri 85 e 86 (rispettivamente "Il Giorno dei Cani Pazzo" e "Il Figlio di Nuvola Rossa"). E' comparso anche nella saga delle Black Hills.
Su questi tre personaggi però non si trova praticamente niente su Internet
 
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MAD FIGHTER
view post Posted on 14/2/2010, 19:55




Jesse James (Contea di Clay, 5 settembre 1847 - Saint Joseph, 3 aprile 1882)
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Jesse James nacque il 5 settembre 1847 da Robert Sallee James e Zerelda Cole. Suo padre, Robert - un coltivatore di canapa e pastore battista, migrato nel Missouri dopo il matrimonio con Zerelda Cole - morì, dopo aver intrapreso un viaggio in California, per esercitare il suo ministero fra i cercatori d'oro, quando Jesse aveva soltanto tre anni. Dopo la morte del marito Robert, Zerelda si risposò, una prima volta con Benjamin Simms, quindi con un medico di nome Reuben Samuel. Dopo il loro matrimonio nel 1855, Samuel si è trasferito nella casa di James. Jesse James aveva due fratelli: il fratello maggiore, Alexander Franklin "Frank" e una sorella minore, Susan James Lavenia.

Attivo con la sua banda negli anni appena successivi alla Guerra di secessione in quanto ex soldato confederato. Rapinò banche e impedì la costruzione di una grande ferrovia nel suo paese, il Missouri, diventando un eroe agli occhi dei contadini del Sud, oltraggiati dai soldati dell'Unione.

Famosissimo per la sua proverbiale mira conobbe la vita dura e violenta del Missouri, paese di frontiera in piena guerra di Secessione. Combatté con i confederati, ma divenne famoso compiendo molte rapine a banche, treni unionisti in Missouri, Kentucky, Iowa, Texas, Mississippi, Minnesota insieme al fratello Frank, i fratelli Cole, Jim e Robert Younger, William "Bloody" Anderson, i fratelli Ed e Clell Miller, Quantrill, Archie Clement e Dave Pool. Divenne l'icona del rancore del sud fino alla sua morte avvenuta per tradimento da parte di un neo-membro della sua banda (Robert Ford) nel 1882.

L'inizio della vita da bandito

Nella primavera del 1863 i soldati civili capitanati da Charles William Quantrell si aggiravano dalle parti della casa James. Per questo motivo un'unità di soldati nordisti irruppero in casa James con la pretesa di sapere dove fosse Quantrell. Al loro arrivo Jesse James stava arando i campi con il dottor Samuels e ignoravano dove fosse Quantrell. I soldati presero il dottore dai campi e lo portarono presso un albero di gelso vicino il loro fienile. Gli misero una corda al collo e lo impiccarono ad un ramo, allentando la presa un attimo prima di ucciderlo. Dopodiché gli ordinarono di rivelargli dove fossero i soldati di Quantrell. Lui non poteva dirlo per il semplice fatto che non lo sapeva. Ma non era ciò che volevano sentirsi dire i militari. Ripeterono l'atroce semi-impiccagione per altre tre volte, scorticandogli a sangue il collo con la corda. Nel frattempo altri militari spingevano su e giù per i filari di grano Jesse James, il quale era un ragazzino di soli quindici anni. Lo frustavano con delle funi e lo minacciavano con delle baionette, poi lo portarono all'albero di gelso per assistere alle torture del patrigno. Dopo aver finito di martoriare il dottor Samuels entrarono in casa e puntarono le armi sulla signora Cole, e le chiesero dove fossero gli oppositori. La signora rispose che potevano anche ucciderla ma non gli avrebbe mai rivelato dove fossero, dato che non lo sapeva. A queste parole il capo dei soldati nordisti prese il marito lo portò fuori di casa e sparò un colpo in aria facendo credere di averlo ucciso. La signora rimase convinta di ciò per alcuni giorni, invece lo portarono con se e lo rinchiusero in una prigione di Liberty. Una volta che i soldati si erano ritirati Jesse mostrò le cicatrici delle frustate alla madre, che scoppiò in lacrime. Jesse disse alla madre di non piangere, poiché si sarebbe unito ai soldati di Quantrell vendicando tutte queste violenze subite dalla sua famiglia. Successivamente anche la madre e la sorella sarebbero state arrestate dai soldati federali e recluse per diverso tempo in prigione dove avrebbero anche subito vari soprusi. L'anno seguente James si unì alla banda guerrigliera di Quantrill che operava di fatto contro l'Unione.

Alla fine della guerra civile con la vittoria dei nordisti Jesse James insieme alla sua banda rapinò diverse banche degli yankee inoltre nel Mississippi.

Riuscì a far deragliare un treno e rubare la cassetta porta valori. In questo modo Jesse voleva far vedere alla gente che la guerra non era finita e si poteva combattere in più modi. Durante le sue rapine in totale uccise 12 persone oltre ad altri soldati nordisti. Per questo l'intero esercito tentò di catturarlo senza riuscirci.

La banda

Anche se Jesse reclutava colpo per colpo i fuorilegge, sono considerati "membri storici":

* Jesse e il fratello Frank James
* Cole, Jim e Bob Younger
* Ed e Clell Miller
* Charly e il fratello Robert "bob" Ford

L'assassinio

Il 3 aprile 1882 dopo aver mangiato a casa di Jesse James, Robert Ford, neo-membro della sua banda e il fratello Charlie Ford, ormai entrato nelle grazie di Jesse, erano tutti e tre in camera da letto. Era una mattina molto afosa e Jesse si tolse il cinturone con i due revolver e li gettò sul letto coprendoli con il cappotto, lo fece perché le finestre e le porte erano aperte per il caldo e non voleva che la gente che passava per strada si insospettisse troppo vedendolo armato anche in casa. Jesse dopo essersi accorto che un quadro appeso al muro di casa sua era storto, salì su una sedia per raddrizzarlo. I due fratelli che erano alle sue spalle ne approfittarono, dato che quella era l'unica occasione per poterlo uccidere (infatti più tardi ammisero che se avessero voluto catturarlo vivo o ucciderlo mentre era armato sarebbe stato come gettarsi in faccia alla morte). Così i fratelli estrassero i revolver, li puntarono alle sue spalle ma solo Robert Ford gli sparò, uccidendolo, un colpo diretto alla nuca,con una Colt 45, placcata in argento, con manico in madreperla regalatagli dallo stesso Jesse. Pare che avesse ricevuto l'incarico dai Pinkertons, famosi agenti investigativi dell'epoca e da tempo alla caccia del famoso bandito fino a quel momento inafferrabile.

Fonte: Wikipedia

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Jesse James compare in:
MV 119 - Ucciderò Jesse James



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pimpafans
view post Posted on 1/3/2010, 17:24




bello :)
 
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| Zed |
view post Posted on 20/3/2010, 15:47




Mangas Coloradas (ca. 1790-1863)
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[...]
Il capitano John C. Cremony, un vecchio avversario del capo e poi agente per gli Apache, capace di essere obiettivo nei suoi giudizi e che aveva molto apprezzato la personalità di Mangas Coloradas ebbe a dire:

"Era l'apache più grande e dotato del XIX secolo. I suoi piani intelligenti dimostrano che aveva una prudenza da uomo di stato superiore a lutti gli altri indiani del nostro tempo. Sapeva tenere insieme molti gruppi del suo popolo come nessuno dei suoi predecessori e riusciva a convincerli della necessità di stare insieme per conseguire una maggiore forza comune. La sua influenza fu superiore a quella di qualsiasi altro indiano del suo tempo: possedeva molte buone qualità ma era anche spietato e crudele come il più feroce degli animali feroci. Con i nomi delle sue vittime si potrebbe riempire un libro, tuttavia le sue imprese di guerra sono straordinarie. Con la sua spietata condotta di guerra rese una regione, grande il doppio della California, un desolato deserto."

Dopo la morte di Mangas Coloradas nessun capo riuscì più a riunire così saldamente tra loro gli Apache, anche se alcuni altri capi ottennero successi incredibili contro Americani e Messicani. Uno dei più validi alleati di Mangas Coloradas era il capo Chiricahua

da http://www.indianiamericani.it/indiani_fam...0Coloradas.html

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Mangas Coloradas compare in:
MV 127 - Gli Occhi del Falco

 
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10 replies since 10/2/2009, 16:05   3186 views
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